Poema composto e declamato in maschera, interrompendo l’applauso rivolto dalla platea al Professor M.Cacciari (“Il Logos non si applaude!”), a conclusione del ciclo di conferenze all’Università di Pisa “Giorgio Colli. Incontro di studio a venticinque anni dalla sua morte, Convegno internazionale Pisa, 25-26 Novembre 2004”.

Insita nel progresso la fiducia:
ch’è delle menti il processo continuo
vòlto ad analisi di cose
cause.
Troppe per breve tempo che ci lascia
di coglierne il primo ed ultimo aspetto
per di lì solo prendere le mosse.
Homo retrocedere non potest
che il Progresso lo vuole in cammino:
i bambini sono soli
splendenti in case vuote, le persiane
serrate, bui i loro soggiorni.
Nulla può l’uomo, ma oggi può Niente:
vuoto di senso che colma il soggiorno
quand’egli paesi non abita propri,
deserti d’anime infrante
solamente:
si specchian nell’ombre che proiettano
in celle frigorifere abitando,
la vetta del Bene: elisir di lunga vita;
abbandonato d’infanzia ogni desiderio,
di morte allontanato: maturandi sempiterni,
di tinte avidi bocciòli, frutti sempre acerbi.
Non è colpa né sfortuna, solo è Niente.
Non è vanto né accidente, solo Niente.
E’ un po’ tutto, ma per gioco: Niente.