Dicembre 2003

Io non prendo la parola,
che i miei detti vi facciano inciampare,
vi si infilino come piccoli sassi pungenti
fra le dita. Già gli scaffali sono
zeppi di mangime per tutti i gusti
che con tale abbondanza si mischian
quelli andati a male con quelli giusti.
Io se permettete avrei molto da dire
e troppo non pretendo se non un po’ di spazio,
che mi sembra che il mercato
per quei due stronzi da osteria
non sia ancor sazio.
O forse avrei qualcosa da non dire
da non proclamare, da non sottointendere,
da non inveire, da non scolpire nella segatura:
gradirei se non è troppo un vostro salotto
in cui tutta l’attenzione mi sia rivolta
acceso ogni microfono, premuto ogni bottone,
e in questa usuale messinscena
di fronte alla mia disumana rivolta
starei muto e dispiaciuto come son spesso
ma stavolta, davvero, non lascerei parlar nessuno.