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Il termine di due settimane finì per superarsi di molto. Il Governo responsabile della custodia degli alieni, infatti, cominciò a riferire sul loro conto dapprima in maniera scostante, poi reticente, infine sempre più apertamente ostile alle domande che provenivano sia da parte dell’opinione pubblica, naturalmente assetata di maggiori notizie da che eran stati sottratti alle telecamere di tutto il mondo, che da quelle poste loro da delegazioni delle Nazioni Unite, tra le quali cominciavano a circolare le ipotesi più disparate. Si sussurrava nei corridoi che gli alieni fossero sottoposti ad interrogatori segreti per carpirne i segreti tecnologici; altri sostenevano “prove alla mano” che si era dovuto incarcerarli per ragioni di “sicurezza nazionale”; qualcosa di vero, del resto, c’era da ambo le parti.
Al tempo del loro trasbordo dall’hub erano infatti stati trovati dagli inservienti dei reparti dell’aereonautica militare alcuni dei quaderni accidentalmente dimenticati negli alloggi della stazione di lancio. Questi contenevano le memorie compilate dagli alieni per riferire intorno alla nostra specie, ma che a seguito della mancata garanzia d’immunità, essi s’erano premurati di tenere celati al mondo. Giravano voci discordi sul loro contenuto, ma tutti concordavano nel ritenerli la causa dell’allontanamento forzato dal proscenio della pubblica visibilità. Così, quelli che si trovavano nella posizione di pretendere spiegazioni e nel potere di farlo, risentiti per non esser stati ancora messi al corrente di tali segreti “tanto necessari per la sicurezza nazionale”, diedero disposizione per convocare un segretissimo G5 tra le primizie delle principali potenze economiche del pianeta, per discutere apertamente intorno alla faccenda. Anche a ministri degli esteri e della difesa delle nazioni più in vista, per quanto riguarda la seconda linea, fu consentito di partecipare, sebbene non al tavolo principale; inoltre, delegati dei rappresentanti dei paesi del secondo, terzo e perfino quarto mondo, ciascuno incravattato proporzionalmente alla misura del prodotto interno lordo che rappresentava, avrebbero potuto attendere nei corridoi la conclusione del vertice per riportare sunti della discussione utili alla curiosità patria. Senonché, ogni misura di segretezza, proprio da costoro fu disattesa, e la notizia del summit prese a circolare due giorni prima, catalizzando -come è ovvio- l’attenzione di tutto il pianeta mediatico e del suo ingente armamentario.