Nerolana

Nerolana


I

In un bosco fitto fitto abitava dentro una torre una ragazza di nome Nerolana, la quale custodiva a sua insaputa un meraviglioso diamante dentro al cuore. Ignorando l’esistenza di tal diamante la ragazza non immaginava quanto il proprio cuore valesse. Fra le spesse mura della torre, senza pensar troppo, ella trascorreva le sue giornate in una piccola stanza all’ultimo piano, lasciandosi circondare dalle premure di un servo cattivo e dalla compagnia di alcuni ragnetti.




Nerolana non era mai uscita dalla sua stanza. Fin da bambina il suo servitore l’aveva frenata con lusinghe e spento in lei ogni curiosità, lasciandole credere che tutto ciò ch’ella avesse da cercare nel mondo lo avrebbe facilmente trovato chiudendosi in quella camera all’ultimo piano, dalla quale poteva conoscere, giudicare e fare esperienza d’ogni cosa comodamente e senza pericoli. Tenendo in grande considerazione le parole di quel servo adulatore la piccola Nerolana, imprigionata in quella torre, crescendo si era lentamente persuasa d’esser la regina d’un grande castello, di cui il mondo circostante, la foresta, le valli e le montagne, rappresentavano la corte al servizio dei suoi desideri. Nel corso degli anni la ragazza aveva imparato a conoscere i più piccoli dettagli della stanza. Se vedeva la sedia fuori posto, si divertiva a rimetterla in squadra con il mobile; contava le crepe del soffitto e quando ne scopriva una nuova si sentiva tutta felice; misurava i passi dal letto al mobile e li ricalcava poi all’indietro tappandosi gli occhi. In quei passatempi la stanzetta rappresentava tutto per lei. Pensava che il mondo fosse grande tanto quanto il suo sguardo poteva arrivare al di là della sua finestra: fin dove il bosco terminava. Pensava che al mondo vi fosse un solo profumo, quello delle sue coperte, e tanti suoni quanti ella riusciva a percepirne: un topino che sgattaiolava sopra alle travi che reggevano il soffitto; il cinguettio di qualche uccellino di passaggio che ogni tanto le dava il conforto di una visita inaspettata; il sibilo del vento che spesso di notte le disturbava il sonno e un fastidioso cigolio di molle sotto al materasso.


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