Nerolana

Nerolana


II

Un giorno per quel bosco passò un principe, che guardando in alto verso la cima della torre vide dietro alle grate della finestra il viso dolce e solitario della ragazza, gli occhi sgranati e profondi, velati come da una gioia inespressa.




Innamoratosi di quello sguardo, il principe si fece avanti e bussò alla porta. Nerolana, colpita dalla bellezza di quel giovane, sentiva di voler correr giù ad aprire, ma siccome quel servo malevolo non le permetteva mai di uscire fuori dalla sua stanza, stare tra i fiori, avventurarsi oltre la soglia, la rassicurò dicendole: “Non ti preoccupare, padroncina cara, aprirò io!”.




Socchiusa ch’ ebbe la porta, il servo udì queste parole: “Sono il principe Testadilegno, voglio portar via la ragazza che tenete segregata nella vostra stanza e condurla in un gran regno: là godrà la sua libertà, io sarò suo re e lei la mia regina”.
Ma il servo malevolo rispose mentendo: “La mia regina ha detto che non gli piaci, che non ne vuole sapere di te. Qui ha già il suo regno e tu la infastidisci: vai via dunque!”. “Servo malevolo” disse allora il principe stringendo i pugni “io non ti credo, ma per ora stia bene così. Tornerò nuovamente per veder se quel che dici è vero”. Il servo, sbattuta la porta, corse su alla stanza di Nerolana, in apprensione in attesa di ricever notizie, e riferì: “Era solo un forestiero. Voleva occupare la tua stanza”.
La ragazza, che ignorava la malvagità del suo servo, gli credette, mentre quello le mentiva sempre. Sapendo infatti che il cuore di Nerolana custodiva un diamante dal valore inestimabile non voleva che alcuno gliela portasse via: intendeva farla invecchiare in quella torre, tenendola prigioniera fino alla morte, allor quando avrebbe potuto cavarle facilmente il diamante dal cuore per tenerlo tutto per sé.


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