Processo al futuro

Processo al futuro


Di rientro in residence, Advocat fu allertato da una notifica che i suoi livelli bioenergetici erano in calo. Doveva rifocillarsi. Apparecchiò dunque i sensori d’immagazzinamento metabolico sul pianoro del culinex, quindi trasse dal frigore una sacchetta di energizzanti essential. Poi, adagiatosi su un lettino e allacciati i connettori al ganglex sottopelle, entrò nella tridimensione per cenare con i suoi ospiti virtuali. Mentre i macrobiotici affluivano per via endovenosa stabilizzando i suoi livelli, egli optò per avviare una conversazione con una tra le sue preferences, inviando a lei richiesta di disponibilità al collegamento. Subito ricevette risposta.

– Dove?

– Romantique-loc?

– New era?

– Old era.

– D’accordo.

La tridimensione prese avvio. I due ora si trovavano virtualmente catapultati nella grande sala di un antico castello medievale. Lei re e lui regina, seduti attorno a una tavola imbandita di calici, arrosti e -curiosamente- anche dei sontuosi caschi di banane (gli ignorant bugs dei programmatori erano sempre più frequenti nell’elaborazione virtuale delle ambientazioni di old era). Ai piedi del castello si potevano vedere il fossato, il ponte levatoio e le guardie in atteggiamenti di ferma e compita osservanza dei loro doveri di fedeltà e obbedienza ai voleri dei lor signori. I due commensali -spiegava la tridimensionale messinscena- erano al dominio del grande castello, dei vasti appezzamenti del circondario, dei vassalli, delle armi e di coloro che le detenevano, i quali ricambiavano con l’omaggio dei propri servigi la potenza e il decoro dei signori del feudo. Mentre la sequenza interattiva andava ancora dispiegandosi per mostrare come il cuoco di corte si fosse macchiato di alto tradimento, cucinando un timballo di carne che contravveniva alle severe leggi vegetariane del regno, dall’altra parte del pianeta reale, la commensale di Advocat, pur invitata al banchetto regale, azionava il virtual cambio di scena.

– Che fai!?

– Non piacit!

– A me piacit…

– Allora mangia da solo.

Il collegamento fu interrotto. Advocat si ritrovò solo nella sua stanza, pienamente sazio. Staccò dunque il connettore gastrico dal ganglex. Quindi, per lenire gli effetti di spiacevolezza dell’accaduto, ingoiò una pasticca di atermon. Tranquillizzatosi, chiese permesso alla sua preference di poterle inviare una non stalking enquiry. Il permesso fu accordato. La selezionò.

– Hey, tutto benefits?

Non ebbe risposta. Complice l’atermon, ciò non produsse in lui sgomento alcuno. Con prosaica consequenzialità, optò per una richiesta di explication if and when, lasciando il collegamento aperto in attesa di risposta.


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