Il verbale dell’incidente fu redatto dall’agente matr. 2446 Rosolato Antonino. Ciò non bastasse, fra me e il conducente del tramvone – che avevo preso in pieno – scoppiò un diverbio, che potrei definire di genere. Costui lamentava di essersi rotto “l’osso del colon”: al che, obiettai essere impossibile: “non ci sono ossa nel colòno!”. Ma quei insisteva: “Non riesco più a sollevare la testa!”. Col collo reclinato e il cranio ciondolante sul petto, pareva effettivamente un girasole essiccato. Certo che si trattasse di un problema di postura, glielo feci notare: “Sa, anch’io al lavoro devo sempre stare in una posizione innaturale, tanto che ho problemi al deretano. Vede?”, mi abbassai i pantaloni e mostrandogli le mie flaccide ciambelle del di dietro, proseguii: “Le par normale? Tutto il giorno davanti allo schermo, e le chiappe mi son diventate due bronzi di Riace: prima della solidificazione però! Scusi, se mi permetto: lei, che lavoro fa?”. E quello: “Non vede? Trasporto clienti per una ditta di riforniture idrauliche e attrezzi per il giardino”. “Pompe e seghe?”. “Precisamente”. “Proprio come immaginavo. Tutto il giorno ricurvo sul volante, non è vero?”. “Beh, sì, buona parte del mio lavoro sto ricurvo, ma non sul volante”. “E su cosa? Mi scusi se chiedo”. “Non si preoccupi: sul cazzo dei miei clienti”. “Lo vede? E’ un tipico problema di postura: lei è un impostore”. “Io, un impostore?”. “Sì: uno che imposta male il proprio lavoro. Le spiego. Il punto è questo: la spina dorsale non è fatta per un carico di peccati esageratamente grande. Se la si carica troppo, alla lunga i muscoli del collo si fletteranno, impedendo alla testa di restar diritta. La postura è tutto! Bisogna impostare la quotidianità sulla giusta dirittura, soppesare il passo dei peccati alla reale capacità di sostegno delle nostre vertebre: evitare di accumularne troppi, confessarli spesso. Se serve, perfino cambiar mestiere”. Il conducente del tramvone, nonostante l’incidente, mi ringraziò per quella conversazione, parendone edificato. Ci constatammo quindi amichevolmente.