Giorgio

Giorgio



Vicini sì. Ma incompatibili.
Sepolti da ascendenti remore.
Così distanti eppur cugini, sì,
e benestanti in fondo miseri


però, siam noi
cugini. Cugini sì,
ma incompatibili.
Vicini, sepolti da
ascendenti remore
o no?


Fotterti i vini pare il minimo
per ogni sgarbo che pativo da te;
pure t’avrei ancor sopportato
con il mio scriba d’avvocato


ma tu, ma tu, ma tu
mi umili,
e presentandoti alla porta
a mezzanotte sbronzo
accusi me d’aver
messo giù il ferro morto
apposta contro di te;
mentre era la tua domestica
suggestionatasi da sé.


Nei giorni dopo ho scritto il conto.
Bastavan solo le tue scuse.
Ma avendole taciute tu (chissà perché)
ho fatto scrivere denunce
cadute,
cadute invano come nespole.


Fotterti i vini pare il minimo, perciò
se tu, se tu
m’ingiuri,
e prendi a calci la mia porta,
e a mezzanotte sbronzo
mi minacci che
darai fuoco alla mia tribù.


No! Giorgio Giorgio Giorgio
Oh! Giorgio Giorgio Giorgio

© ℗ 2024 Giovanni Traverso

4 pensieri su “Giorgio

    1. Caro Alex, ti ringrazio moltissimo della tua amichevole compartecipazione e apprezzamento. Data la tua grande esperienza nel campo, sai meglio di me che l’artista è un poveretto che ha bisogno di tutto, e solo grazie a professionisti dediti, come te, certe produzioni riescono a raggiungere un grado di qualità sperato. Senza il soccorso tuo, che hai masterizzato il brano, senza quello di Marzia che ha curato editing e missaggio, senza Pino e Chris che hanno fatto così bene il basso e la batteria, nonché di Mario al sax, non sarei assolutamente stato in grado di rendere questa canzone gradevole come ora risuona…Devo dire che il massimo della gratitudine, però, la debbo a mio cugino Giorgio, che se quella sera non mi avesse investito coi suoi fulmini, mi avrebbe privato della materia per l’ispirazione. E risalendo la catena, ancora più grande grazie al Signore che l’ha permesso!

  1. Un brano energico e brillante, un timbro internazionale in lingua italiana, un suono elaborato alla perfezione; ogni ascoltatore, serio o superficiale che sia, può riceverne la propria misura di gratificazione. Un ringraziamento a chi l’ha composta, a chi ha contribuito a realizzarla e, non dimentichiamolo, a chi l’ha ispirata.

    1. Caro Fabri, la tua recensione s’imprime nel mio animo con profonda soddisfazione. Anzitutto perché so sincera, e poi perché mi fa ragionare sulle potenzialità timbriche in una prospettiva che non avevo ancora considerato. A tal riguardo, se qualche sviluppo hai potuto riscontrare, io lo devo alle lezioni impartitemi da Andrea Pietro Cattaneo, che approfitto per ringraziare pubblicamente, lui che con serietà e disciplina porta avanti uno spazio di sussidio per gli artisti desiderosi di riscoprire (anche filologicamente) l’arte del bel canto italiano.

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