Trapasso del poeta Hölderlin

Trapasso del poeta Hölderlin


II

Era morto in grazia! La gran bella notizia circolava per le circoscrizioni angeliche, mentre le potenze demoniache se ne affliggevano malamente.

Durante i suoi ultimi giorni di vita, e nelle ultime ore particolarmente, queste avevano cercato in ogni modo di sospingerlo ad un ripensamento.

Suvvia, quella tua poesiola, Pane e vino, ti par poi tanto sincera?

Gli suggerivano di oscurarla, rinnegarla, scancellarla. Gli proponevano qua e là lievi modifiche al fine di adulterarne l’ equilibrio compiuto, perfetto, sobrio, cristiano. I demoni odiavano quei pochi versi più della vasta produzione del poeta; se ne vergognavano enormemente. V’ era stata una tumultuosa diatriba fra loro su come si dovesse risolvere la cosa a che dell’ infamia non restasse traccia. Il partito dei Furibondi scalpitava per ucciderlo, ma la proposta fu giudicata obsoleta e d’ altronde “non risolutiva”:

A che ci serve un poeta morto, se la sua testimonianza è viva?


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