II
Era morto in grazia! La gran bella notizia circolava per le circoscrizioni angeliche, mentre le potenze demoniache se ne affliggevano malamente.
Durante i suoi ultimi giorni di vita, e nelle ultime ore particolarmente, queste avevano cercato in ogni modo di sospingerlo ad un ripensamento.
– Suvvia, quella tua poesiola, Pane e vino, ti par poi tanto sincera?
Gli suggerivano di oscurarla, rinnegarla, scancellarla. Gli proponevano qua e là lievi modifiche al fine di adulterarne l’ equilibrio compiuto, perfetto, sobrio, cristiano. I demoni odiavano quei pochi versi più della vasta produzione del poeta; se ne vergognavano enormemente. V’ era stata una tumultuosa diatriba fra loro su come si dovesse risolvere la cosa a che dell’ infamia non restasse traccia. Il partito dei Furibondi scalpitava per ucciderlo, ma la proposta fu giudicata obsoleta e d’ altronde “non risolutiva”:
– A che ci serve un poeta morto, se la sua testimonianza è viva?