Piccola commedia

Piccola commedia

L’uomo balza in piedi.

UOMO

Amici, ho visto il fuoco

e per una volta ve lo mostro:

v’era cenere sui cuori depositata,
ma ho soffiato.

Quale gioia di tizzoni allora,
piccola brace ancora ardeva!

(alza la fiaccola) Qui porto una scintilla fra di noi,
qui custodisco innocenza e meraviglia.

CORO (cantato)

Per gli uomini che han perso
il loro scettro ed il coraggio.

Per le donne, che l’amore sacrificano all’oro e lasciando case vuote

chi più del focolare è guardiano?

SOLE

Uomo, ti dono un fuoco

e in queste parole lo porgo:

più del dolore è potente il divino,
più del divino il dolore dell’uomo,
ma sacro è il cuore del mondo, per te
che ti perdi nel cielo della notte,
profondo; tu ora sai che non c’è caso,

che poco è relativo, che nascere

nel mondo è già una morte e una fatica.

Vita, greve e ferino
per le tue balze l’umano s’addensa,

non sa da dove proviene, ma avvinto a un destino

d’inestricabili catene, sgombera

la piana con un vento
mai pago di battaglia.

Ma non dimenticare,
che di là oltre la nube…

CORO

…sempre, o Sole, tu splendi!
Ampio di luce protendi l’amore!
Se sei volto di Dio tu sei bello,
divino se del mondo sei il volto!

UOMO

Qui testimonio la luce del sole,

non sole qualunque, ma fonte di gioia;

senza mantello, libro o penitenze,

io credo nel cielo divino che mi riempie,

la luce che muove da levante,

nel mare che cede nero alla sera.

Entra lo scienziato.

SCIENZIATO

Che è? che succede qui? Che barbarie è mai questa?

ditemi voi, che mai combina quest’uomo?

Vedo fuoco, vedo fumi:

non mi sembra vero,
non sarà di nuovo
un sacrificio ai numi!?

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Testo completo di Piccola Commedia – ed. ECIG, 2006, Genova

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