L’uomo che non moriva

L’uomo che non moriva


II

Mille anni dopo, alle 4 di pomeriggio di una bollente giornata di luglio, una formidabile sete di sapere prese il nostro, che da un momento all’ altro si disse: Ho un’ eternità di pomeriggi davanti, e che faccio? Starò qui a ciondolorami? So io che farò: mi darò alla ricerca, per diventare l’ uomo più sapiente della storia!. E rinchiudosi nel suo studio, si applicò su ogni manuale, enciclopedia, trattato, raccolta, saggio, articolo, rivista, lettera, bozza, novella, centone, papiro, opuscolo, libello, libretto, pamphlet, cronaca, canto, poemetto, racconto, allegoria, idillio in versi e in prosa, manoscritto, registro, diario, codice, legge, su stele, su pietra, su rotolo, iscrizioni di moneta, notizia archeologica da bronzi cocci, statue, tombe, monumenti antichi e nuovi, ed insomma: millenni di storia umana sfilarono davanti ai suoi occhi. Le meningi del Brambilla s’ infiammarono visibilmente, imprimendosi in lui ogni scienza e prudenza, pratica e spirituale. Soppesò la morale tutta, s’ interessò d’ ogni fatto, rilevò ogni scoperta, disponendo per allora della monumentale opera omnia dello scibile umano che Mahoney III, imperatore di Filippine, aveva fortemente voluto per l’ occasione del giubileo della Cultura e dei Mondi tenutosi a Bangkok nel 2160.

Dopo alcuni lustri d’ intenso studio, Brambilla uscì soddisfatto dal suo studio: sapeva tutto. La sua fama tornò a diffondersi una seconda volta per tutto l’ orbe. Non stupiva tanto l’ “arcinota” eterna giovinezza del Modesto, perché il progresso scientifico aveva frattanto scoperto l’ enzima capace di arrestare il decadimento delle cellule. Incantava il mondo l’ ineguagliabile erudizione del Corrado, che sapeva cantare a memoria gli Avestā di Zoroastro, passeggiare con disinvoltura per le otto vie del Bhudda, modulare le Sura coraniche con stile ed eleganza, improvvisare sui cicli epici del Vedanta, e ancora, comporre elaborate odi, deliziosi epigrammi, commuovere con religiosi sonetti, e ispirati capolavori d’ ogni forma in rima e in prosa. Conoscendo inoltre il 74% delle lingue dialettali parlate ancor nel mondo, Corrado teneva corrispondenza con ingegneri, avvocati, medici, giuristi, letterati, storici, antropologi, ornitologi, maghi, illuminando i dubbi di chiunque su qualunque argomento. Per non parlare delle sue acquisizioni tecniche. Adoperando materiale di scarto, ossa di pollo, bucce di banana e cartoni industriali, s’ era costruito nel box dietro casa un portabile di ultima generazione, sorta di aereo-velivolo urbano che poteva restare in quota fino a quattordici ore sfruttando l’ emissione quotidiana d’ anidride carbonica del respiro umano. La sua creazione mise in allerta l’ industria degli aero-mobili, che, per non dover rivedere i piani d’ immessa sul mercato dei loro prodotti, passarono al contrattacco. Corrado si trovò così coinvolto in citazioni e censure da parte delle società maggiori. Ma dalla vicenda giudiziaria, fortunatamente, il nostro uscì prosciolto.


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