Elegia di Marzo

Elegia di Marzo

 


Silenziosi ripieni
i giorni dell’eterno,
sigilli dell’immenso;
mentre le scienze affrante
dai pretendenti del sapere accecano.



Lo sguardo della logica
divinamente intesse
tele di miracoli,
le trapunte dei cieli.
L’inclita mano destra,
che tiene salde del cosmo le redini
e della misericordia
squaderna gli universi
pregni d’ingrata spocchia,
benedice dal suo divin calesse
l’anelito cosmico.
Fra i portici del tempo
nel calpestato chiostro
folle d’arcigni e fogliame superbo
bandiscono gli incensi;
lenti scoloriscono
-eppure non invecchiano-
sotto fievole gemiti di pioggia
splendori di memoria sempiterna.
Si apprestino gli incensi sulla soglia
della buona novella.

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